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Cos’è l’ABA

DEFINIZIONE E CARATTERISTICHE DELL’ABA

L’Aba è la“scienza nella quale procedure derivate da principi del comportamento sono sistematicamente utilizzati per migliorare comportamenti socialmente significativi a un grado significativo e per dimostrare sperimentalmente che le procedure applicate sono le responsabili del miglioramento”. (Cooper, Herward e Heron, 1987).

Questa definizione include sei componenti:

  • Guidata dalle attitudini del metodo scientifico
  • Tutte le procedure sono descritte e implementate in modo sistematico e tecnologico
  • Sono usate solo le procedure derivate concettualmente dai principi di base
  • Il focus è sui comportamenti socialmente significativi
  • Si cerca di produrre miglioramenti importanti nel comportamento
  • Si cerca di effettuare un’analisi dei fattori responsabili del cambiamento

 

BREVE STORIA DELLO SVILUPPO DELL’ANALISI DEL COMPORTAMENTO

L’analisi del comportamento ha 4 settori:

  • Comportamentismo: filosofia della scienza del comportamento. Nasce idea applicare psico il metodo indagine delle altre scienze. Cambia xò il dominio: non più fisico, ma psicofisico. Ci sono diverse forme di comportamentismo (metodologico, radicale..).
  • Analisi sperimentale del comportamento (EAB): approccio della scienza naturale per lo studio del comportamento come materia di studio. Riguarda la ricerca di base, gli esperimenti sono condotti in lab son soggetti umani e non umani. Lo scopo è scoprire e chiarificare i principi fondamentali del c.
  • Analisi applicata del comportamento (ABA): scienza nella quale le tattiche derivate dai principi di base del comportamento sono applicate per incrementare(migliorare c socialmente significativi. La sperimentazione è utilizzata per identificare le variabili responsabili del miglioramento del c. Queste possono essere comprese solo nel contesto della filosofia e delle scoperte della ricerca di base. Si vuole contribuire allo sviluppo di tecnologie per il cambiamento del c umane ed efficaci.
  • Pratica professionale:fornire servizi di analisi del c ai consumatori; disegnare, implementare e valutare programmi che consistono in tattiche di cambiamento del c derivate principi (scoperte scienza di base e valutate per c significativi)

COMPORTAMENTISMO STIMOLO-RISPOSTA DI WATSON

La psicologia di inizio secolo era dominata dagli studi sugli stadi di coscienza e su altri processi mentali. Metodo di studio = introspezione, cioè atto di osservare i propri pensieri e sentimenti.

Watson la pensava diversamente: “Psychology as a behaviorist views it”, 1913). L’oggetto di studio della psicologia deve essere il comportamento osservabile; il metodo = metodo scientifico à osservazione diretta delle relazioni tra stimoli ambientali e le risposte che evocano. Lo scopo = predizione e controllo del comportamento. Questo permette di migliorare le prestazioni in aree come l’educazione, gli affari, la legge…

Aspetto negativo: egli esagero l’abilità di predire e controllare il comportamento umano oltre quelle che erano le conoscenze scientifiche disponibili. Inoltre usa solo C osservabile, non manipolabile, come dice Skinner (eventi interni no).

Aspetti positivi: inizia lo studio del C e, in particolare, gli studi sul comportamento rispondente

ANALISI SPERIMENTALE DEL COMPORTAMENTO (EAB)

Il settore sperimentale dell’analisi del C. inizia nel 1938 con la pubblicazione de “Il comportamento degli organismi” di Skinner, in cui sono riassunti le ricerche di laboratorio condotte da Skinner dal 1930 al 1937. Vengono identificati due tipi di comportamento: rispondente e operante.

Comportamento rispondente: componente rispondente di un riflesso; comportamento che è ELICITATO, o indotto, da uno stimolo antecedente; la risposta è involontaria. È studiato da Ivan pavlov (1927-1960). Detto modello S-R

Oltre ai comportamenti rispondenti esistono comportamenti che sembrano avvenire senza apparenti stimoli antecedenti e che sono definiti “volontari”. Altri psicologi spiegano questi C postulando delle variabili mediatrici che si trovano all’interno dell’organismo e vengono chiamati costrutti (processi cognitivi, impulsi, libero arbitrio). Skinner invece continuò a guardare l’ambiente per comprendere questi comportamenti e evidenziò che questi C sono influenzati non da stimoli antecedenti, ma maggiormente dalle conseguenze che producono. È l’inizio di un nuovo paradigma: S-R-S o contingenza a tre termini.

Comportamento operante: il C che è selezionato, mantenuto e portato sotto stimulus control in funzione delle conseguenze immediate che produce; comportamento influenzato dai cambiamenti dello stimolo che hanno seguito la risposta nel passato.

La nuova scienza creata viene definita EAB da Skinner, il quale definì anche uno specifico metodo per indagarla: – rate di risposta (o f) come VD più comunemente misurata

  • ripetute o continue misurazioni di classi di risposta precisamente definite
  • studi intrasoggetto comparati tra loro (non confronto tra c di gruppo sperimentale e gruppo di controllo)
  • analisi visiva dei grafici è preferita alle inferenze statistiche
  • descrizione e valutazione delle relazioni funzionali ipotizzate

COMPORTAMENTISMO RADICALE DI SKINNER

Skinner non è solo fondatore EAB, e non solo fece tantissimi esperimenti di laboratorio tra anni 30 e 50, ma scrisse estensivamente sulla filosofia della scienza del C.

  • “Walden two” (1948) speculazione su come la filosofia e i principi del comportamento potrebbero essere usati in una comunità utopistica
  • “Science and human b” (1953): speculazione su come principi c possano essere applicati a complessi ambiti umani coma educazione, religione, governo, legge, psicoterapia
  • “About behaviorism” (1974): spiegazione della filosofia del comportamentismo.

Il comportamentismo di Skinner differisce da altre teorie psicologiche:

Mentalismo: approccio alla spiegazione del C che assume che esistano dimensioni interne o mentali (diverse dalla dimensione del c.) e che i fenomeni all’interno di queste dimensioni causano direttamente o almeno mediano alcune forme di c, se non tutte (Moore, 2003) es: Freud, piaget

Questi costrutti ipotetici non possono essere osservati, né sperimentalmente manipolati. Skinner ritenne che queste “mentalistic fictions” non diano nessun contributo alla spiegazione del c.

Explanatory fictions: variabili fittizie o ipotetiche o fittizie che spesso non sono altro che nomi diversi per fenomeni osservati (es intelligenza, consapevolezza cognitiva come spiegazioni del fatto che un organismo prema una leva quando una luce rossa è accesa – ricevendo cibo – e non premendola quando la luce è spenta e non c’è disponibilità di cibo. (è un modo circolare di vedere le cause e gli effetti, è ricorsivo).

Il comportamentismo invece rifiuta tutti gli eventi che non possono essere operazionalmente definiti attraverso una valutazione oggettiva. Quali eventi possano ricevere attenzione però dipende anche dal tipo di comportamentismo:

  • strutturalismo: non considera come indagabili eventi non operazionalmente definibili evita

mentalismo restringendo attività alla sola descrizione del b (no manipolazione).

  • Comportamentismo metodologico: posizione filosofica che ritiene che gli eventi comportamentali che non possono essere pubblicamente osservati sono al di fuori del regno della scienza. àrifiuta molti C. A ≠strutturalismo però usa manipolazione scientifica per ricercare rel funzionali tra eventi.

Lato negativo: è restrittiva perché ignora aree di grande importanza per la comprensione del C.

  • Comportamentismo radicale (Skinner): non rigetta pensieri e sentimenti (chiamati “eventi privati”). Sono comportamenti anche questi e devono essere analizzati con gli stessi strumenti concettuali e sperimentali usati per i comportamenti pubblici.

Fa tre assunzioni circa la natura degli eventi privati: a) sono c; b) i c che avvengono all’interno nella pelle si distinguono dagli altri solo per la loro inaccessibilità, C) non hanno proprietà speciali: sono influenzati dallo stesso genere di v che influenzano c pubblici. à radicale = include tutti c

osservare = entrare in contatto (tutti e cinque i sensi).

Data nascita ABA: 1968: nasce JABA (1° giornale X problemi applicativi + spazio per ricerche)

Bear, Wolf e Risley: “Some current dimentions of ABA

È l’articolo in cui si definiscono I criteri per giudicare l’adeguatezza delle ricerche e della pratica aba e si sottolineano gli scopo del lavoro che con l’ ABA si raggiungono. È l’articolo più citato in aba, i principi descritti rimangono gli standard della disciplina.

Vengono poi descritte dimensioni dell’ABA:

  • Applicata: l’impegno dell’aba è quello di portare a incrementare i C che permettono una migliore qualità della vita per la persona à i praticanti dovrebbero selezionare C che sono socialmente significativi per le persone (es: linguaggio, abilità sociali, abilità accademiche, daily living, cura di se stessi, lavorative, ricreative
  • Comportamentale: a) il comportamento scelto per lo studio deve essere il C che necessita di essere incrementato, non uno simile né una descrizione verbale dello stesso.
  • Analitica: uno studio è analitico quando lo sperimentatore ha dimostrato una relazione funzionale tra l’evento manipolato e un affidabile cambiamento in alcune dimensioni misurabili del C e la relazione tra gli eventi deve inoltre essere replicabile.
  • Tecnologica: quando tutte le sue procedure operative sono identificate e descritte con sufficiente dettaglio e chiarezza che un qualsiasi lettore ha buona probabilità di replicare la loro applicazione ottenendo simili risultati (per es dire “ho dato rinforzo sociale” non è una descrizione tecnologica). Se si hanno risultati ottimi in uno studio/trattamento, ma il metodo che ha portato al cambiamento nel C non è replicabile da qualcun altro, allora non abbiamo ottenuto nulla. Le tattiche devono essere replicabili e insegnabili! C’è regola per sapere se la descrizione di una procedura è tecnologica? Vedere se un lettore allenato è in grado di replicare quella procedura in modo abbastanza uguale da replicare stessi risultati
  • Concettualmente sistematica: le procedure e ogni interpretazione di come o perché queste procedure sono efficaci devono essere descritte in termini dei principi rilevanti da cui sono derivate.
  • Efficace: deve migliorare il C sotto indagine con un buon grado. Il cambiamento non deve avere solo importanza statistica o teorica, ma anche importanza sociale e clinica (per partecipante) e in più il C deve cambiare in modo sufficiente e deve essere notato per essere cambiato lungo la dimensione che si voleva cambiare.
  • Generalità: i cambiamenti sono generalizzati se durano nel tempo, si manifestano anche in ambienti diversi da quello in cui l’intervento ha avuto luogo e si verificano anche in C non direttamente oggetto di intervento.

VALUTAZIONE DELL’EFFICACIA DELL’INTERVENTO COMPORTAMENTALE INTENSIVO PRECOCE

Trent’anni di ricerca hanno dimostrato l’efficacia del metodo ABA nel ridurre comportamenti disfunzionali e nel migliorare e aumentare la comunicazione, l’apprendimento e comportamenti socialmente appropriati (U.S. Departement Of Health and Human Services, 1999).

Come già detto precedentemente, Lovaas (1987) fu il primo a effettuare ricerche mirate sui soggetti con autismo. Esso dimostrò il primato della formazione linguistica all’interno del processo educativo e la maggiore probabilità di raggiungere un funzionamento normale nel momento in cui l’intervento veniva applicato precocemente e in maniera intensiva (Rosenwasser & Axelrod, 2001).

Nello studio valutativo più importante circa la validità dell’approccio comportamentale su soggetti con autismo, Lovaas (1987) paragonò il progresso di tre gruppi di bambini con autismo. Il gruppo (N=19) coinvolto in un programma di trattamento comportamentale intensivo (40 ore settimanali) e precoce per più di due anni raggiunse risultati significativamente maggiori su tutti i test standardizzati rispetto ai due gruppi di controllo: uno coinvolto in un programma di 10 ore settimanali ed uno che ricevette l’intervento standard statale. Inoltre, il 47% del gruppo sperimentale raggiunse risultati entro la norma in tutte le aree evolutive ed all’età di sette anni era integrato in classi “normali” senza sostegno.
McEachin et al. (1993) dimostrarono come, in adolescenza, otto dei nove bambini del gruppo di Lovaas seguitavano ad andare a scuola senza necessità di sostegno ed erano indistinguibili dai pari.

Una delle critiche spesso rivolte nei confronti degli studi di Lovaas é che l’effetto sul gruppo sperimentale non fosse dovuto all’intervento stesso, ma piuttosto all’intensità con cui venne somministrato. In risposta a questa critica Eikeseth ed altri (2002) paragonarono due gruppi di bambini tra i quattro ed i sette anni: uno coinvolto in un intervento comportamentale intensivo (30 ore) ed un altro in un intervento eclettico, cioè un intervento costituito da diversi approcci (TEACCH, logopedia, terapia sensoriale, occupazionale), ma altrettanto intensivo (30 ore). I risultati favorirono in maniera statisticamente significativa il gruppo comportamentale in tutte le aree dello sviluppo ed in particolare quelle del linguaggio espressivo e recettivo.

Sallows & Gaupner (2005), successivamente, replicarono i risultati di Lovaas, dimostrando che circa la metà dei bambini sottoposti ad un intervento comportamentale precoce ed intensivo raggiungeva entro l’età di sette anni un livello di funzionamento adattivo ed intellettivo pari alla norma.

Possiamo così riassumere le maggiori conclusioni a cui sono arrivati i diversi studi condotti al riguardo:
Il semplice utilizzo del metodo ABA non è sufficiente a produrre i risultati desiderati. Per poter notare miglioramenti importanti deve essere implementato con intensità sufficiente (dalle 30 alle 40 ore settimanali). (Eldevik et al, 2006; Reed et al, 2007; Smith et al, 2000b)
L’intervento ottiene risultati migliori nel momento in cui è implementato per una durata maggiore. I bambini con autismo che hanno ricevuto un intervento comportamentale intensivo precoce dai due anni in su hanno ottenuto migliori risultati terapeutici. (Howard et al., 2005; Eikeseth et al., 2002; Reed et al., 2007; Sallows & Gaupner, 2005;

Sheinkopf & Siegel, 1998; Zachor et al., 2007).

L’entità della risposta al trattamento sembra variare in modo significativo tra i diversi bambini. Perciò diversi studi hanno cercato di identificare le caratteristiche dei bambini che permettono di ottenere risultati migliori.

Bono et al. (2004) hanno scoperto che i successi dell’ intervento sono stati correlati con le competenze linguistiche iniziali dei partecipanti e la loro capacità di rispondere alle richieste di attenzione congiunta da parte degli altri.

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